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E la Repubblica se la prende con Motta Santa Lucia
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E la Repubblica se la prende con Motta Santa Lucia

31 Marzo 2014

«Vergogna!!» Inizia così il post con cui sul suo profilo facebook il sindaco di Motta Santa Lucia Amedeo Colacino denuncia il quotidiano La Repubblica  di avere voluto infangare il suo paese, nonostante, contattato, avesse dato al giornalista dell'importante testata nazionale la sua versione dei fatti. Ma procediamo con ordine. Pochi giorni fa si sarebbe dovuta svolgere a Motta la presentazione del libro di Maria Teresa Milicia dal titolo "Lombroso e il brigante - Storia di un cranio conteso".


Un libro che ripercorre la vicenda del brigante Villella e del suo cranio ormai reclamato da tempo dal Comune di Motta. Ma non solo. E' un testo, quello di Milicia, che smonta, tra l'altro, l'idea del Villella Birgante. Il Comune avrebbe però pensato di rendere più interessante l'incontro rinviandolo ed organizzandone uno in cui fosse presente anche lo studioso Cefalì, autore di un altro libro sul tema, a sostegno di tesi, non opposte, ma diverse.
Il quotidiano la Repubblica, avrebbe però, secondo quanto riportato da Colacino, decisamente frainteso parlando addirittura di motivazioni di ordine pubblico e minacce all'indirizzo della scrittrice come causa scatenante del rinvio della presentazione.

«Nonostante le mie precisazioni a Repubblica, sullo stesso quotidiano - afferma Colacino - si scrive a caratteri cubitali che la presentazione del libro sul Lombroso e il brigante Villella, e' stata rinviata per motivi di ordine pubblico. Basta fango alla Calabria e al mio paese Motta Santa Lucia. Basta falsità. La presentazione, come già da ieri dichiarato a Repubblica, al giornalista Massimo Novelli, non è stata fatta semplicemente per presentare un altro libro sul brigante Villella, scritto dal prof. Cefali, in contraddittorio tra le parti. Visto le divergenti posizioni dei due libri. Niente di più.
Ma nonostante ciò il giornalista di Repubblica ne ha fatto un caso. Se la presentazione del libro fosse stata rinviata a Torino, sede dello stesso giornalista, per gli stessi motivi, di trasparenza, non avrebbe trovato spazio neanche su una piccola testata locale». 

Informazioni aggiuntive

  • fonte: lameziainstrada.tv

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