PENSIERI&PAROLE

Apr 29, 2024, 13:50
Vota questo articolo
(0 Voti)

Regaliamo un sogno ai nostri figli

13 Dicembre 2006

Ha ragione Bertinotti. Preoccupano più i fischi dei lavoratori Fiat di Mirafiori piuttosto che le contestazioni di quattro scalmanati organizzati a Bologna.



La verità è che il Governo non sa parlare al Paese. E, fatto ancora più grave, è che non sa parlare neppure ai cittadini che hanno votato la coalizione di centrosinistra.

Modi di pensare diversi, indecisioni, paure, ripensamenti, ritardi, approssimazioni, eccesso di protagonismo e difesa della propria identità sono i mali che affliggono i partiti che compongono la maggioranza, e le tensioni si scaricano sul Governo.

Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che era presente a Mirafiori e ha subito la contestazione assieme ai segretari Cisl e Uil, dice che sulla Finanziaria ci sono stati pasticci, errori che hanno creato scontento, e cita come esempio le vicende del bollo auto “nato per far pagare qualche euro in più ai Suv e che ha finito per colpire le auto della povera gente”.

E che dire del Partito democratico? L’Ulivo come esperienza aggregante esiste da 12 anni, ma ancora oggi si parla, si discute, si fanno passi avanti e passi indietro su questo nuovo soggetto politico, che dovrebbe nascere per unire le varie anime dei riformisti e invece rischia di provocare ulteriori divisioni e lacerazioni.

I fischi di Mirafiori nascondono una forte insoddisfazione verso l’azione di una classe politica che non riesce a lanciare un messaggio di chiarezza in un momento di grande difficoltà economica e sociale.

Pietro Marcenaro, un tempo leader dei metalmeccanici Cgil a Torino ed ora deputato Ds, dice che “gli operai hanno tanti problemi, guadagnano poco, fanno un lavoro difficile, spesso un brutto lavoro, hanno pochi riconoscimenti, non hanno più il prestigio sociale di una volta; ma sono intelligenti, sanno che non basta cambiare Governo per modificare la loro condizione, vogliono però almeno sperare che la situazione possa cambiare”.

Ed anche Cesare Annibaldi, per tanti anni responsabile delle relazioni industriali della Fiat, dice che i fischi di Mirafiori rappresentano un messaggio chiaro verso chi governa.

Se la Finanziaria – come dice Epifani – nel suo impianto di fondo opera una scelta redistributiva verso i redditi più bassi e prova a rilanciare gli investimenti, perché tutte le categorie sono scese in piazza per protestare contro la legge?

E’ forse vero che il Paese è impazzito e ovunque trionfano egoismi e individualismo? E’ forse vero che nessun ente pubblico – Comuni, Province, Regioni, Stato – opera per il bene comune dei cittadini ma cura interessi particolari?

Di una cosa sono certo: se non impazzita, l’Italia è ammalata. Il numero dei suoi abitanti, senza gli stranieri, sarebbe diminuito. E senza il sostegno dei lavoratori stranieri l’Italia sarebbe entrata in recessione già dal 2002.

Allora, vogliamo smetterla di pensare solo a noi stessi, di pensare solo al presente, e vogliamo cercare di avere una speranza per il futuro? Vogliamo poter regalare un sogno ai nostri figli?

Se la risposta è si, non ci resta che una sola strada: cambiare noi stessi, per poi cambiare gli altri. Qualcuno si chiede: “Perché devo cominciare proprio io?”. Rispondo: “E se nessuno comincia?”. Nelle situazioni di emergenza, nei grandi passaggi della storia c’è sempre stato qualcuno che si è trovato più avanti degli altri!

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.