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Expo, Sgarbi ambasciatore dell'arte: "Portiamo per sei mesi a Milano i Bronzi di Riace"

28 Luglio 2014

Il critico d'arte è stato scelto dal presidente Maroni per valorizzare il patrimonio artistico della città in vista dell'Esposizione universale. "In cambio possiamo mandare a Reggio Calabria due Caravaggio"

C'è spazio anche per Vittorio Sgarbi nel cammino che porta verso Expo 2015 a Milano. A chiamarlo, a sorpresa, è stato il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che lo ha nominato 'ambasciatore' della Regione per le belle arti. Sarà lui, ex sottosegretario e critico d'arte esuberante che già ha parlato del rischio di un "Expo degli ignoranti", a stabilire un piano per far conoscere i tesori di Milano ai 20 milioni di visitatori previsti. Anche perché "nessuno ha la percezione - ha sostenuto Sgarbi - che sia una città del livello di Firenze o di Roma o di Venezia. Invece lo è".

In realtà l'ambizione più grande del tandem Maroni-Sgarbi è di portare a Milano, nei sei mesi di Expo, qualcosa che viene da 'fuori' ma che è un simbolo universale: i Bronzi di Riace. Il governatore ha assicurato che ne parlerà mercoledì con il ministro Dario Franceschini. In cambio dei Bronzi, ha già ipotizzato Sgarbi, si potrebbero dare a Reggio Calabria due Caravaggio del fondo gestito dal ministero dell'Interno. E che non gli si dica che le due statue sono fragili, perché a suo parere sono solo "ostaggio della 'ndrangheta, ossia di quelle istituzioni locali che non vogliono separarsene.

Attorno ai Bronzi di Riace, però, Sgarbi ha disegnato una geografia dei tesori milanesi. Che è, poi, la geografia della storia dell'arte italiana di rado associata alla città della moda e del denaro. Luoghi che già sono "i veri padiglioni" dell'Expo, ha detto puntando il dito contro quelli "merdosi" (parole sue) in costruzione a Rho. "Il primo padiglione" è il museo Bagatti Valsecchi, in centro a Milano, del cui consiglio di amministrazione è stato nominato componente dalla Regione, che lo sosterrà per l'incarico di presidente, anche in vista di uno scambio con gli Uffizi per un Foppa che da Firenze arriverà a Milano per una pala di Antonello da Messina.

Poi ha citato Leonardo e il suo Cenacolo, chiedendo che sia aperto alle visite anche la notte, almeno fino alle 3, così lo potranno vedere "almeno un milione di persone", al posto delle 330mila attuali (anche qui ritiene "falso" che troppi visitatori rovinino l'affresco). Quindi ha citato Tiepolo e il suo ciclo di affreschi a Palazzo Clerici. Poi Michelangelo e il Luini. E ha proposto di esporre a palazzo Litta le maggiori collezioni private italiane, a partire dalla sua.

Sgarbo ha criticato anche l'Expo Gate: "Il Castello Sforzesco è occultato da tralicci costati quattro milioni", mentre a suo parere era già la porta della città. Nuovo attacco anche ai costi della mostra 'Arts and food' allestita dal critico Germano Celant per conto di Expo. Il neoambasciatore si è detto pronto a denunciare il "danno per Milano e il furto all'erario" dato dal compenso, circa 750mila euro, a Celant per l'allestimento. "E' un prezzo fuori da ogni mercato per un critico di nessun valore", ha detto Sgarbi aggiungendo di aver "intenzione" di presentare un esposto a riguardo. "E' un danno per Milano e un furto all'erario".

E perché i punti della mappa tracciata da Sgarbi si congiungano fino a fare di Milano la nuova Firenze, però, occorre che in poche settimane si trovino d'accordo Regione e governo, Comune e privati. E servirà contenere anche l'esuberanza dell'ex deputato, di cui lo stesso Maroni ha avuto una conferma nella conferenza stampa fiume in cui Sgarbi ha parlato per oltre un'ora. Prendendosela anche con lui, 'reo' di avergli prospettato un incarico da assessore alla Cultura salvo poi nominarne un altro solo perché donna.

Informazioni aggiuntive

  • fonte: LaRepubblica.it

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