A fare gli onri di casa il sindaco di San Mango Leopoldo Chieffallo: «sono davvero felice di vedere tanti ragazzi discutere di politica seria in un momento in cui la politica è avvertita come una pratica sporca. E’ vero che gli esempi negativi abbondano, ma restare alla finestra non può fare altro che peggiorare le cose»; e Luca marrelli, presidente del consiglio comunale: «non fatevi vincere dallo sconforto per la situazione attuale. Siate promotori di impegno ed il futuro sarà vostro».
Gianmarco Cimino ha fatto ricorso alla figura di Sandro Pertini per spiegare il momento: «colpiscono ancora oggi la sua grande umanità e soprattutto la capacità di parlare con la gente. Lui diceva che il popolo era la sua scorta. Manca proprio questo, il dialogo con i cittadini. Tocca a noi non lasciarci trascinare dall’apatia che vuol dire morte civile».
Anche Antonio Gatto ha messo l’accento sulla necessità di non essere spettatori passivi degli eventi: «l’obiettivo è quello di non lasciare la politica nelle mani del malaffare, dei carrieristi e degli approfittatori. Dobbiamo poi invertire la rotta di tanti giovani che nutrono disprezzo nei confronti dei politici e si muovono solo per cercare un posticino al sole, praticando ogni sorta di compromesso. Non è così che si cambiano le cose». Stessa linea per Domenico Giampà:« la scommessa vera è proprio questa. Tentare di coinvolgere i giovani nel mondo della politica. Se i giovani non si interessano della politica poi la politica deciderà per loro e non potremo lamentarci di quello che ci troveremo addosso». Rocco Valente ha invece sottolineato il senso dell’impegno personale: « La politica significa fare delle scelte chiare che comportano sempre delle conseguenze. Spesso questo non conviene e molti si tirano indietro. Dobbiamo tirare fuori il coraggio delle azioni». Andrea Sinopoli ha parlato delle potenzialità del territorio: «questa è una terra che deve fare i conti con molte cose che non vanno, ma che ha anche grandi potenzialità. Agricoltura e turismo su tutte. C’è bisogno di una rivoluzione culturale permanente di cui possono essere protagoniste principalmente le nuove generazioni». Poi il punto dei rapporti con il palazzo, al centro dell’intervento Giovanni Pingitore: «l politica nazionale sembra chiusa nei propri palazzi. Sul territorio spesso è diverso perché il contatto con la gente è molto forte. Mancano però i riferimenti con chi gestisce il potere. Su questo bisogna agire»