RISULTATI DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE A SAN MANGO
A. OrlandoLo avevamo anticipato nell’opinione pubblicata su questo sito in data 01/04/2008 e lo spoglio delle schede per le elezioni comunali ci ha dato ragione: finisce l’era di Leopoldo Chieffallo, avviata nel 1968 con la vittoria della lista civica del Campanile sulla Democrazia Cristiana per 537 voti contro 501, e continuata a partire dal 1973 con la presentazione del simbolo del Partito Socialista Italiano nelle successive elezioni amministrative.
La lista civica “Per San Mango” guidata da Aurelio Adamo, composta da esponenti della precedente amministrazione comunale e da candidati di cui Chieffallo si è pubblicamente dichiarato il “pater familias”, è stata sconfitta per 524 voti contro i 616 della lista “Uomini liberi”, guidata da Vincenzo Buoncore, il sindaco eletto nel 2006 e costretto a subire nel 2007 lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale, voluto dal vice sindaco Antonio Chieffallo.
Quest’ultimo, candidato al Consiglio provinciale di Catanzaro nello schieramento di Amato per la lista “Popolari Democratici”, raccoglie nei quattro Comuni del Collegio 831 voti, quando negli stessi Comuni il padre Leopoldo era solito sfiorare i tremila voti.
La vittoria alle comunali della lista “Uomini liberi” è inequivocabile, ed ora inizia per San Mango d’Aquino una nuova fase, avviata con il contributo degli eredi di una parte consistente di quella che è stata definita opposizione storica, ma promossa da nuovi soggetti, uomini e donne, prevalentemente giovani, che hanno avuto il coraggio di rompere il blocco di potere che teneva prigioniero il paese e si sono opposti ad un ceto politico e ad un sistema che hanno dominato la scena negli ultimi 30 anni del Novecento e nei primi anni di questo secolo; un ceto politico ed un sistema che hanno consentito a Leopoldo Chieffallo di ricoprire importanti ruoli istituzionali: più volte sindaco di San Mango, assessore e presidente della Provincia, consigliere e assessore regionale.
Finisce un’epoca.
La Lista “Uomini liberi” ha saputo interpretare il bisogno di cambiamento che si è sempre più avvertito nel paese ed ha saputo dare voce al “desiderio di normalità” che un numero sempre più crescente di cittadini ha cercato di manifestare in mille forme, non capite oppure sottovalutate dai precedenti amministratori comunali.
Ora si attende di vedere all’opera un’amministrazione che sappia far diventare San Mango un paese normale, dove ogni cittadino possa avere rispetto del proprio ruolo, possa sentirsi libero nei comportamenti e nella scelta delle amicizie, possa essere considerato uguale nei confronti delle opportunità offerte.
L’impresa non è facile. Il paese è disgregato, manca una coscienza comune e manca il senso civico. Il tessuto sociale è lacerato. Mancano luoghi di incontro; mancano dibattiti e confronti. Larghe fasce di cittadini non sono abituati all’esercizio della democrazia e prevalgono comportamenti anarcoidi. Una parte consistente della struttura burocratica comunale ha preso il sopravvento sull’amministrazione e nel passato ha ricoperto ruoli politici che non le competono; come se fra le parti fosse stato stipulato un tacito accordo di stampo clientelare: io - amministratore - ti lascio libero uno spazio per consentirti di svolgere alcune mie funzioni, e tu - impiegato - mi garantisci la gestione del consenso elettorale ogni volta che te lo chiedo.
Dal punto di vista demografico il paese è in netto declino ed ha perso più di cinquecento abitanti; vanno via i giovani in cerca di lavoro, ma vanno via pure intere famiglie.
Occorre dunque creare le condizioni per arrestare questo declino e per far tornare il paese a livelli di vivibilità accettabili. Per far questo, la sola azione dell’amministrazione comunale non basta. C’è bisogno di un risveglio. E’ necessario l’impegno delle forze sane del paese, e a questo lavoro devono contribuire i ceti produttivi, che esistono e sono vitali, le scuole, gli insegnanti ed i professionisti, i giovani, la parrocchia, le associazioni; ma prima di tutto devono impegnarsi i cittadini che si sentono ancora consapevoli e responsabili. Senza uno sforzo comune, collettivo, il paese non si risolleva e la società precipita sempre più verso il basso.
E’ questa la sfida principale che la nuova amministrazione comunale, guidata da Vincenzo Buoncore, è chiamata ad affrontare nei prossimi cinque anni.
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