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Cultura, politica, democrazia e sviluppo.

15 Gennaio 2006

Già nell’opinione del 26 novembre abbiamo espresso l’auspicio che tutti i settori della società sammanghese – non solo i giovani, ma pure gli adulti - possano condividere lo spirito delle iniziative culturali che nascono nel paese e assecondare, così, le testimonianze di quanti intendono la cultura come fattore di riscatto sociale e di crescita civile. 
Lasciando alla politica il compito primario di guidare i processi di cambiamento.



Desidero ora esplicitare il senso di quell’auspicio, ed inizio dicendo che non voglio più assistere indifferente al declino del paese. E per non assistere al declino unirò le mie forze a quelle di coloro i quali hanno preso coscienza di questa situazione e vogliono inserire nella società sammanghese elementi di crescita e di sviluppo. Tenendo distinte cultura e politica; perchè sono cose diverse non solo nell’accezione dei termini (vedi Zingarelli), ma nella vita quotidiana. Altra cosa è, ovviamente, l’agire politico.

Arrestare il declino è possibile. Ci vorranno il coraggio delle scelte e la volontà di portare fino in fondo le proprie azioni. A viso aperto. Perchè sono il rispetto di se stessi prima, ed il rispetto degli altri poi, ad imporre di uscire allo scoperto e di affrontare il confronto. Quel confronto che – esso si – è il sale della democrazia, e non la contrapposizione violenta che lascia sul campo ferite che durano anni e che lacerano il tessuto sociale di una comunità

Ma arrestare il declino è possibile se ognuno si sente coinvolto in un disegno collettivo e se ogni cittadino partecipa alla vita del paese con la propria storia, la propria faccia, l’esperienza... Solo così non saremo dei nomi, ma persone serie e responsabili.

Con il convegno del 12 novembre è stato dato un segnale. Abbiamo rotto un silenzio che durava da anni ed abbiamo espresso inquietudini, preoccupazione, ansia, ma pure ottimismo e speranza. Ora serve l’unione di tutti i cittadini responsabili. Siamo consapevoli dei limiti e dei pericoli; in questa fase pre-elettorale, poi, l’incomprensione e la strumentalizzazione sono in agguato e le difficoltà sono maggiori. Ma il nostro contributo produce effetti generalizzati solo se unito al contributo di altri, ed è per questo che occorre raccogliere il segnale e proseguire il cammino.

Vogliamo vincerla, questa scommessa? Allora mettiamo sul tappeto tutto ciò che siamo capaci di fare. Noi – io ed i miei amici - siamo pronti a fare la nostra parte.

Dieci titoli per un totale di 27 mila copie di libri stampati, distribuiti in tante parti del mondo e catalogati nelle principali biblioteche italiane; due libri su San Mango che hanno segnato l’inizio di due importanti collane editoriali della Casa Editrice Rubbettino; cinquanta capitoli di storia della Calabria dalle origini al Settecento pubblicati su una rivista specializzata; tre Premi della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attestati e riconoscimenti, recensioni sulle principali riviste letterarie, citazioni in numerose opere di importanti studiosi; un giornale – Diesis – primo in Italia nel suo genere, che per dieci anni è stato il punto di riferimento di importanti musicisti nazionali e internazionali; un’associazione culturale e musicale – Valle del Savuto – che opera da oltre 16 anni e che ha ricevuto anch’essa il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri... Tutto questo è frutto di un impegno che dura da almeno trent’anni. Con umiltà e senza apparire, lontani dai riflettori e dalle telecamere, con le nostre mille pagine dedicate al paese, con la letteratura, con la musica, abbiamo contribuito a esportare San Mango nel mondo. E’ questo il nostro biglietto da visita. Ma non solo. Dietro a tutto questo ci sono storie, relazioni, rapporti umani, sacrifici, valori, speranze, soddisfazioni, ricordi.

E’ un patrimonio di esperienze che si affianca al lavoro di tanti altri cittadini sammanghesi, educatori, studenti, lettori appassionati e cultori di storia, tradizioni, musica e letteratura locale, i quali – pure loro - hanno lavorato in silenzio, senza apparire. C’è, dunque, nel paese una grande offerta culturale, e gli interventi su questo sito ne sono la conferma. Ma questa offerta deve essere valorizzata ed utilizzata per la crescita. Certo, anche la politica deve fare la propria parte. Ma più che la politica, San Mango ha bisogno di una guida amministrativa che tracci le linee essenziali di uno sviluppo che non sia solo materiale, ma anche sociale e civile. All’interno di un quadro di riferimento così definito, però, il campo deve essere lasciato libero agli operatori culturali, alle persone, alle associazioni, alle forze, ai gruppi che vogliono lavorare per questa impresa.

Io non sono un operatore culturale a tempo pieno. Il mio mestiere è un altro e mi occupa per più di dieci ore al giorno. Il tempo dedicato alla cultura è, invece, tempo rubato alla famiglia e agli amici. Senza contropartite economiche, ma con grandi soddisfazioni. Ma non mi arrendo, e dichiaro ora la mia disponibilità a collaborare con chiunque voglia elevare la qualità della vita sociale, culturale e civile nel nostro paese. Senza, per questo, rinunciare alla mia storia, alle mie idee, ai miei pensieri. E’ sempre stato questo il nostro modo di operare (mio e degli amici con i quali ho condiviso l’impegno), senza presunzione ma anche senza arrendevolezza. Le ossessioni ricorrenti, le ricostruzioni fantasiose e le frustrazioni politiche non ci interessano, perchè ci portano su un terreno nel quale noi non saremo mai presenti.

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