Elezioni Amministrative e Futuro dell'Italia
A. Orlandol dato che più mi ha colpito in questa tornata elettorale amministrativa è relativo all’affluenza alle urne: 73,9% per le comunali e 58,08% alle provinciali; con una diminuzione, rispettivamente, del 2,6% e del 6%.
Frutto della disaffezione dei cittadini dalla politica, come abbiamo diffusamente sottolineato nella nota del 16 marzo scorso sul teatrino della politica, quando abbiamo concluso dicendo che se il ceto politico italiano non darà risposte certe, il numero delle persone che non andranno a votare è destinato a crescere?
Oppure frutto della delusione manifestata dagli elettori del centrosinistra, come abbiamo scritto nella nota del 17 aprile scorso, cercando di capire perché gli elettori non si riconoscono più nel governo che la maggioranza ha espresso dopo le politiche del 2006?
Probabilmente l’uno e l’altro.
Giampaolo Pansa confessa: “Non sono più di sinistra”; dice che Prodi oggi è prigioniero di una banda di folli e aggiunge: “La politica italiana si è coperta di discredito con le sue stesse mani. Ha fabbricato la propria rovina”.
Rocco Buttiglione, presidente Udc, dopo aver tenuto i voti del suo partito alla corte di Berlusconi dal 2001 al 2006, parla della crisi della politica ma poi finisce per riferirsi a Pezzotta e a Montezemolo (uomini esterni ai partiti) quando cita personaggi in grado di risollevare le sorti della nazione.
Gad Lerner, giornalista e componente del Comitato che deve organizzare le elezioni per l’Assemblea Costituente del futuro Partito Democratico, dice che una parte decisiva del disegno politico di Prodi è fallita in quanto, per costruire la coalizione, egli ha dovuto soggiacere ad una logica che ha portato ad accentuare la degenerazione della politica.
Berlusconi è abile nel nascondere il vuoto di idee e di programmi e urla: “Saliremo al Colle per chiedere elezioni anticipate”; ma il cavaliere dimentica che quando era al governo ha perso tutte le elezioni locali (2002, 2003, 2004 e 2005) senza per questo presentare le dimissioni da capo del governo nazionale.
Tutto questo avviene mentre l’Italia riprende faticosamente la strada del rilancio produttivo e la parola “declino” comincia ad essere finalmente archiviata.
“La fase di stagnazione che ha attraversato l’Italia dal 2000 al 2005 è alle spalle, il risanamento è in atto e mi spingo fino a prospettare un’accelerazione della crescita nell’anno in corso e nel 2008”, dice Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento.
Il Paese, dunque, ha bisogno di essere governato.
Non è più tempo per vivere alla giornata. Ci sono obiettivi mancati e problemi che devono essere affrontati e risolti: proseguire il risanamento della finanza (grandi somme di denaro vengono spese ogni anno per pagare gli interessi del debito pubblico), licenziare una legge elettorale in grado di abolire la frammentazione dei partiti e assicurare la governabilità, e poi ancora sicurezza, pensioni, ruolo della donna nel mondo del lavoro, futuro dei giovani e benessere degli anziani, liberalizzazione dei servizi…
E che dire della riduzione dei costi della politica?
Non basta che Prodi assicuri che le spese del suo Esecutivo sono inferiori del 30% rispetto al suo predecessore. Le Regioni, grazie al federalismo, hanno autonomia legislativa e ci sono luoghi dove ai consiglieri regionali basta una sola legislatura per andare in pensione a 55 anni con 5mila euro mensili lordi. Trenta mesi, nella maggioranza dei casi, sono sufficienti ai consiglieri regionali per maturare il diritto al vitalizio. In alcuni casi si può arrivare a percepire sino a 9mila euro lordi mensili. La nota del 6 aprile scorso è ricca di particolari su questo argomento.
Il Paese ha bisogno di essere governato. Ma più di tutti, è il Sud ad avere bisogno urgente di governo.
Mario Draghi ha appena finito di dire che il 20% dei ragazzi meridionali si trova a 15 anni in una condizione di “povertà di conoscenze” che condizionerà pesantemente la loro vita.
Un Sud fatto di emergenza rifiuti (Campania), che assume 110 autisti senza patente (Comune di Palermo) e che impiega 1200/1500 giorni per ottenere una sentenza di primo grado (Bari, Potenza, Messina). Un Sud in mano alla criminalità organizzata, dove il malcostume è diffuso, l’assistenzialismo è ancora forte e il prodotto pro capite è il 58% di quello del Centro-Nord; investimenti, sussidi e agevolazioni fiscali non hanno aggredito l’arretratezza ma hanno favorito rendite di posizione a favore di una classe politica che vede così garantita la sua sopravvivenza.
Prodi ha ragione quando dice che “la politica si fa guardando la realtà, non facendosi ingannare da ciarlatani”. Ma ciarlatani che aprono bocca si trovano pure nella sua coalizione.
Lascia un commento
Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.