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Romano Prodi e il suo governo

02 Settembre 2006

Nelle righe che seguono presentiamo una breve rassegna stampa di notizie apparse sul Corriere della Sera nei mesi di luglio e agosto appena trascorsi.

 

4 luglio 2006:
Dopo il decreto sulle liberalizzazioni che tocca gli ordini professionali il ministro della Giustizia Mastella dichiara: “Se continua così alla festa dell'Udeur di settembre decideremo l'appoggio esterno”.

8 luglio:
Il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero si rifiuta di firmare il testo del Dpef varato dal Consiglio dei Ministri perché non ci sono garanzie sul fatto che il risanamento non si traduca in un taglio della spesa sociale su sanità e pensioni.

12 luglio:
A Bruxelles, dove si è incontrato con i parlamentari europei italiani per discutere delle missioni italiane all'estero, il ministro degli Esteri D'Alema dice: “Non si possono accostare Iraq e Afghanistan. C'è differenza tra la guerra preventiva, che non ci piace, e le missioni promosse dalle organizzazioni internazionali. In Afghanistan siamo presenti sulla base di decisioni prese dalle Nazioni Unite. Operiamo con la Nato , siamo fianco a fianco con tedeschi e spagnoli… L'Italia non può uscire dall'Onu, dalla Nato e dall'Europa”, e poi aggiunge: “Se non va bene questa politica estera se ne farà un'altra, con un altro ministro degli Esteri… il mandato è a disposizione… certo non mi si possono chiedere stravaganze che non sono nel mio dna”.

13 luglio:
Salvatore Cannavò, deputato di Rifondazione Comunista e leader di una delle minoranze interne del partito, mentre sono in corso le trattative per il rifinanziamento della missione italiana a Kabul, riferendosi al dissenso espresso da molti deputati della maggioranza afferma: “E' così divertente vedere Prodi che arriva in aula senza sapere quali saranno i numeri…”.

14 luglio:
Il presidente della Repubblica Napolitano avverte: “Nel voto sulle missioni militari è chiaro che la scelta della Casa delle libertà di votare a favore è una decisione che ho apprezzato, ciò non toglie che ci sia una prova di compattezza che deve dare il centrosinistra. O si potrebbero aprire problemi politici delicati, a me spetta solo aspettare e vedere”.

16 luglio:
Il presidente della Camera Bertinotti, nel corso di un'intervista dichiara: “Non si può pensare di tenere a lungo un'alleanza giustificata solo per sconfiggere Berlusconi. Bisogna andare avanti. Per cinque anni. Nei confronti del Paese abbiamo una precisa responsabilità. Il primo problema della sinistra è questa lealtà nei confronti del popolo che l'ha votata per durare cinque anni. Su questo patto, il popolo della sinistra non ammette deroghe…”.

18 luglio:
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta dice: “Dobbiamo allargare questa maggioranza: non possiamo pensare di durare cinque anni in Senato con i voti dei senatori a vita”, ed il segretario Ds Fassino, a proposito della maggioranza che in Senato ha sempre numeri risicati, il 27 luglio aggiungerà che un allagamento “non è uno scandalo” e potrebbe essere “un obiettivo di medio periodo”.

21 luglio:
Il presidente del Consiglio Prodi, nel corso di un'intervista dichiara: “Berlusconi ha detto che non ce l'avremmo fatta ad eleggere i presidenti della Camera e del Senato, che non ce l'avremmo fatta ad eleggere Giorgio Napolitano al Quirinale, che avremmo perso le elezioni locali ed il referendum. Non ha detto solo che avremmo perduto il Mondiale di calcio e abbiamo vinto pure quello. La Finanziaria sarà approvata, come la missione in Afghanistan… “, e a proposito dell'ipotesi di allargamento della maggioranza chiarisce: “La mia maggioranza risponde ad un disegno politico e se il mio governo perde si va a votare. Sono stato chiaro?”.

22 luglio:
Mentre il governo si avvia a chiedere il voto di fiducia sul disegno di legge che contiene la decisione di restare in Afghanistan, il senatore della Margherita Bordon dice: “Non possiamo continuare all'infinito a mettere la fiducia… Mi piacerebbe che si evitasse di trattare materie così importanti, come la politica estera, unicamente con il binocolo rovesciato delle piccole polemiche interne”. Lo stesso giorno troviamo la notizia di un nuovo fronte aperto dal capogruppo Udeur alla Camera Fabris: “Nel caso in cui al Senato venisse meno la maggioranza, non è scontato che i Popolari-Udeur si ricollochino in un'alleanza che, dopo appena due mesi di governo, è costretta ad ammettere il proprio fallimento”.

22 luglio:
Nel giornale Liberazione Rina Gagliardi interviene sulle polemiche riguardanti il provvedimento sull'indulto e scrive: “E' Di Pietro la vera mina vagante del governo dell'Unione perché l'Italia dei valori sta portando avanti scelte che destabilizzano, nei fatti e forse anche nelle intenzioni, l'esecutivo”.

23 luglio:
Il presidente del Senato Marini, nel corso di un'intervista dichiara: “…Non possiamo nascondere il dato emerso alla Politiche. Certo, l'Unione ha vinto, ma è inconfutabile che il Paese sia uscito diviso a metà dalle urne. E nell'esercizio del governo e dell'attività legislativa ne va tenuto conto”.

26 luglio:
Bertinotti si augura che da settembre vi possa essere un confronto “più disteso” fra governo e Parlamento, con un minor ricorso ai decreti e alla fiducia, e sulla stessa lunghezza d'onda si mostra il sottosegretario agli Esteri Vernetti, il quale, commentando la decisione del governo di porre la fiducia sull'Afghanistan, dice: “Avrei preferito si cercasse un consenso più ampio. Prendo atto della scelta, ma dobbiamo evitare di governare a colpi di fiducia. Spero che in futuro si agirà in modo diverso perché il metodo non può essere questo”.

26 luglio:
Nella Nota di Massimo Franco troviamo scritto: “Sentir gridare < vergogna > contro il premier da sostenitori di un ministro fa un po' impressione. Se poi si tratta di Romano Prodi, bersagliato a Milano dai seguaci di Antonio Di Pietro per protesta contro l'indulto, la sorpresa aumenta”.

27 luglio:
Sempre sulla Nota di Franco: “Le minacce di dimissioni ministeriali delle ultime ore segnalano il rischio di un logoramento progressivo. Dopo l'autosospensione di Antonio di Pietro contro l'indulto, ieri a lanciare ultimatum è stato Clemente Mastella. Il ministro della Giustizia ha chiesto a Prodi di difenderlo dagli attacchi dell'ex pm. E Fabio Mussi, ds, ministro per la Ricerca , ha minacciato uno strappo per i tagli all'Università”.

28 luglio:
Dopo il primo voto favorevole ottenuto dall'indulto alla Camera, Di Pietro attacca: “C'è stato un voto di scambio politico parlamentare con il quale l'Unione ha svenduto la sua dignità politica cedendo al ricatto di Forza Italia che ha fatto inserire nell'indulto anche i reati finanziari”. Fassino, riferendosi all'astensione dei deputati del Partito dei comunisti italiani, commenta: “Alleati che prima dicono una cosa e poi ne fanno un'altra, ministri che si autosospendono o che minacciano le dimissioni quando tanto si sa che restano al loro posto… non è possibile”. Il giorno dopo Di Pietro rincara la dose: “Come la Banda Bassotti , quatti quatti, stanno cercando di portare a casa un provvedimento approfittando della calura estiva e delle ferie”.

28 luglio:
Il Senato approva in via definitiva il disegno di legge sulle missioni italiane all'estero ed Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo, commenta: “Non si può continuare a stressare con le fiducie il Parlamento. Dobbiamo trovare un modo per cui, su questioni di interesse nazionale, maggioranza e opposizione votino insieme”.

29 luglio:
Nella rubrica Sette Giorni Francesco Verderami informa che Silvo Berlusconi ridiscende in campo e sarà un uomo di confine: convinto che in autunno, con l'arrivo della Finanziaria, il governo Prodi entrerà in crisi, il Cavaliere prevede un governo istituzionale con il compito di riformare pure la legge elettorale, e poi voto politico nel 2009.

31 luglio:
Un articolo di Marzio Breda ci informa che Prodi non è contrario all'ingresso nella sua maggioranza di forze provenienti dalle fila dell'opposizione; è invece contrario a operazioni che determinano modifiche all'identità della sua coalizione (”Non ci sono alternative a questo governo e al suo programma”). Come possibile arco temporale nel quale registrare nuovi arrivi sulle coste del centrosinistra si fa riferimento ai primi mesi del 2007: se infatti il governo supererà la Finanziaria , sono in molti a prevedere cedimenti nella Casa delle libertà.

Il mese di agosto inizia con Giovanni Sartori che ricorda come il governo Berlusconi abbia abusato del ricorso alla fiducia (lo ha usato 46 volte) e l'abuso era davvero tale perché Berlusconi disponeva di una maggioranza più che sufficiente; ma poi ammonisce: “In democrazia la maggioranza ha il diritto di governare, ma nel rispetto dei diritti delle minoranze. Altrimenti la democrazia si trasforma in un dispotismo elettivo e/o in una tirannide della maggioranza ”.

Lo stesso giorno i giornali riportano la notizia di un incontro di Montezemolo con Prodi, e per il leader degli industriali il quadro dell'attività di governo “è fosco”; soprattutto perché la “coesione politica è debole”, in una maggioranza “dove ci sono settori che hanno scarso senso del mercato e poco rispetto per il ruolo dell'impresa”.

3 agosto:
Casini diffonde una nota per ribadire l'inutilità di un “ostruzionismo sterile” e soprattutto per dire che da settembre dovranno delinearsi forme e modi per consentire all'opposizione di “dare il contributo con coraggio” per “rilanciare una fase nuova della politica italiana”: “Questi pochi mesi sono bastati a tutti per capire che il governo Prodi è troppo gracile per affrontare le temperie del momento sia sul piano nazionale che internazionale…”.

4 agosto:
Dopo una notte di dibattito la Camera trasforma in legge il decreto Visco-Bersani sulle liberalizzazioni. I deputati sono rimasti in Aula fino alle ore 1 e 25, poi tutti a dormire. Il leghista Maroni dice che se Prodi esce indenne dalla Finanziaria “il governo dura cinque anni e Fini e Casini riproporranno il tema della leadership di Berlusconi”, se cade “si tornerà a votare presto e Berlusconi sarà ancora il leader della Cdl”. Massimo Franco nella sua Nota scrive che l'idea che la maggioranza si rompa e il centrodestra ne approfitti è suggestiva ma illusoria: insieme a quella prodiana, esploderebbe anche la crisi del fronte berlusconiano”.

5 agosto:
Il quotidiano riporta la dichiarazione di Fini secondo il quale la stagione di Prodi è rapidamente archiviata: “Prodi si è già logorato dopo solo due mesi di governo e lo testimonia il ricorso per sette volte al voto di fiducia”.

6 agosto:
Nel corso di un'intervista Casini afferma che “in tre mesi l'esecutivo è invecchiato di tre anni”, e per questo motivo invita la maggioranza a “uscire dalla logica dell'autosufficienza” e dichiara di attendere un segnale “per l'avvio di una fase politica nuova”, assicurando che “non c'è un problema di veto” su Romano Prodi.

Lo stesso quotidiano riporta le dichiarazioni di Marini (“In Senato c'è una situazione difficile, non si può governare a colpi di fiducia”) e di Bertinotti (“Se in uno schieramento politico contrapposto ci sono delle forze che vogliono unirsi a questo sforzo siano le benvenute”).

L'idea del presidente della Camera di un'alleanza “tra il popolo della sinistra e quella parte della borghesia che vuole andare oltre il liberismo” è riportata da tutta la stampa nazionale, ma suscita polemiche anche a sinistra (“L'unica alternativa a questa maggioranza sono le elezioni” affermano molti esponenti della sinistra radicale).

7 agosto:
Prodi precisa: “Né allargamenti di maggioranze, né governi di larghe intese. Piuttosto, si può aprire una stagione di collaborazione su politica estera, legge elettorale, riforma costituzionale”.

9 agosto:
In un'intervista Tremonti dice: “Il governo di Romano Prodi cadrà, non per collasso, ma per il progressivo esaurimento della sua spinta politica”. L'ex ministro dell'Economia aggiunge, comunque, di non credere a nuove elezioni, mentre lo stesso giorno Calderoni, della Lega, precisa: “Dopo la caduta di Prodi si deve andare subito al voto”.

Per tutto il mese di agosto, in attesa della Finanziaria, banco di prova del governo Prodi, sulla scena politica italiana continua ad aleggiare un fantasma: la grande coalizione alla tedesca. Un'evenienza che, secondo Sartori, è da contemplare, perché può creare una maggioranza “efficiente”, che taglia fuori le ali estremiste che paralizzano tutto. Ma un articolo de Il Sole 24 Ore precisa che la grande coalizione è stata sperimentata in soli due paesi europei nel dopoguerra: in Austria dal 1945 al 1965 e in Germania dal 1966 al 1969: due paesi nazisti vinti e occupati dalle potenze vincitrici, la cui evoluzione politica è rimasta a lungo sotto tutela; il caso italiano è completamente diverso – scrive il quotidiano della Confindustria – perché i due schieramenti hanno fatto campagna elettorale con una lettura diametralmente opposta della situazione del Paese.

Intanto il premier Romano Prodi utilizza le colonne dei giornali per fare gli auguri d'agosto agli italiani, saluta e va in vacanza. Anche deputati e senatori vanno in ferie, e le discussioni un po' si attenuano, un po' si trasferiscono dalle aule parlamentari alle feste di partito e nei dibattiti sulle piazze.

Le parole più sensate, all'inizio del periodo di ferie, mi sembrano quelle pronunciate da Marco Follini, il cui ufficio stampa precisa che l'ex segretario dell'Udc non rilascia “dichiarazioni né commenti, considerando il dibattito di agosto non meritevole di alcuno sforzo interpretativo”. E l'attività politica vera e propria riprende verso la fine di agosto, con il consiglio dei Ministri che approva la missione italiana nel Libano, e con il pieno successo internazionale dell'iniziativa del governo Prodi; un successo che pone fine all'alleanza quasi personale Bush-Berlusconi e che rilancia, invece, il ruolo dell'Europa sullo scacchiere mondiale.

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