Il poeta sommo Dante scrisse un libro ch’è divino;
or vi leggo in quest‘istante
pochi versi qui in giardino.
Quando sono un poco strano,
salgo in sella in bicicletta
col manubrio sempre in mano,
e da Bruno arrivo in fretta.
Sorridendo lui m’aspetta,
e da bravo infermiere
in un lampo mi rassetta,
mi fa presto rinvenire.
Mi prescrive una ricetta,
con un nettare di-vino,
‘na puntura tosto inietta,
s’è finito, va’ nel tino.
Dell’intero empolese,
proprio Bruno è il più cortese;
in un modo sì palese,
ve lo dice un calabrese.
Questa sera gli proietto,
concentrandomi, con stima,
tutto quanto il mio affetto,
lo delizio con la rima.
Cerco i versi, ed i più belli,
se la mente non s’offusca,
li rastrello p’el Nannelli,
il compagno di Marusca!
Son passati 50 anni,
proprio come un siluro;
il futuro senza affanni
sia più roseo e meno oscuro!