E’ certoche bisogna trovare adesso, a frittata fatta, una qualche via d’uscita. E’ certo che i 40 che rischiano di perdere il lavoro alla Fondazione Terina, e che non sono pagati da mesi, debbono avere risposte. Ma è certo anche che c’è chi ha, eccome, in questi anni scherzato col fuoco.
Se occorre dunque provvedere a trovare delle soluzioni, noi però qualche domanda la facciamo:
1) quanti erano i dipendenti della Fondazione all’atto della sua nascita, quanti ne erano stati previsti?
2) con quali metodi sono stati scelti/assunti fino ad arrivare ai quaranta odierni e in base a quale piano di sviluppo?
3) le scelte sono state funzionali alla ‘mission’ della Fondazione, nata come ente di ricerca, ed hanno avuto tutte le qualifiche occorrenti, oppure no?
4) le assunzioni sono state fatte tramite una selezione seria, indipendente e documentata, o tramite conoscenza personale o altro tipo di selezione discrezionale magari per titoli autocertificati?
5) infine quante sono le posizioni contrattuali a tempo indeterminato e quante quelle precarie, se ci sono?
Vorremmo risposte esaurienti possibilmente con la pubblicizzazione dei documenti che le comprovino.
E vorremmo sapere cosa è successo non solo per la necessaria chiarezza, ma proprio per trovare una soluzione che non sia un pannicello caldo che si scioglie all’ennesima stretta economica. E’ evidente che qualche parola ce la devono pur dire i vari presidenti ‘politici’ di questo ente, non solo l’ultimo.
Ma di fondazioni ‘Terina’ ce ne sono altre, più subdolamente operanti, come quella che sotto il nome di Calabria Etica (sic) fa l’assistenza sociale al posto delle istituzioni pubbliche, quell’assistenza che, curiosamente ma poi mica tanto, la Regione ha sottratto a queste per attribuirla ad un ente guidato dal sodale politico di turno ri-candidabile, il quale, grazie alla distribuzione di soldi per cause giuste e alle solite assunzioni, si costruisce al contempo una bella ragnatela di rapporti sempre utili per il suo futuro.
Ed è abbastanza indecente che ciò si ripeta ancora dopo che è stata varata una legge che delle fondazioni ha previsto la scomparsa e dopo i pesanti rilievi della Corte dei Conti prima ricordati.