
Il figlio dell'ex sindaco in lista alla Camera. Con i riformisti di Craxi.
G. BaglioGiuseppe Manfredi spiega la sua discesa in campo alle politiche “In Un periodo in cui non si fa più della sana politica, bisogna prodigarsi, mettersi in campo, far sentire la propria voce e ridare spirito e lealtà al mondo politico”: così si è espresso il giovane Giuseppe Manfredi, esponente del partito “i riformisti italiani” e candidato alla Camera dei Deputati con Stefania Craxi. Giuseppe è il figlio di Antonio Manfredi, sindaco di San Mango dal 1983 al 1992. Seguendo le orme del padre il giovane discendente sanmanghese ha continuato, fin da piccolissimo, a portare avanti gli ideali di un partito che spesse volte è sembrato scomparire dalla scena politica per poi riapparire sotto nuove sembianze ma con i soliti valori di fondo. Proprio per questo Giuseppe Manfredi ha voluto render pubblico al suo paese di nascita “la voglia di schierarmi in un partito e di portare avanti valori che ho sempre sostenuto, perché si voti finalmente una politica seria”. Quello che si sta ribadendo dai diversi esponenti e dai concorrenti alla Camera dei Deputati sotto questa bandiera è la “propria autonomia rispetto agli altri partiti”. La consapevolezza da parte del giovane Manfredi che “la politica finora ha portato l’Italia in un baratro assoluto e ritengo pertanto- ha continuato ad asserire Manfredi con forza ed entusiasmo- che questa Repubblica abbia bisogno di nuove forze, fuori da ogni coalizione”. Tra le priorità in programma da questo schieramento riformista, come ha elencato sempre lo stesso Manfredi, sono “il lavoro in primis, una revisione della Costituzione, detassazione per dare respiro di nuovo alle piccole e medie imprese e riordinamento amministrativo dello Stato”. E chissà se i sanmanghesi, riconoscendosi in alcuni valori e condividendo i punti in programma, faranno sentire il loro sostegno al giovane compaesano Manfredi. Cade il punto interrogativo sulla domanda, con l’unica certezza che San Mango è uno dei tanti paesi deluso dall’andamento politico, sia a livello nazionale che a livello locale, e di certo sente il bisogno di un cambiamento radicale, di un cambiamento che non penalizzi le piccole imprese, i piccoli paesini e tenga conto dei bisogni concreti di tanti cittadini che vivono condizioni di disagio. Nessuno crede più in una politica seria e quindi diventerà molto difficile convincere ormai la gente comune che si possa tornare ad una “politica seria e del benessere”.
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