PRODI, BERLUSCONI E L’ITALIA
A. OrlandoRomano Prodi non riveste più cariche istituzionali, ed ha persino rinunciato ad essere il presidente del Partito Democratico. E’ tornato ad essere un cittadino della Repubblica ed un “semplice” militante del partito da lui creato. Ma non ha abbandonato il suo stile ed il suo modo di ragionare, legato alle vicende quotidiane, e quindi immediato e concreto; lontano, cioè, dal linguaggio politico a cui siamo ormai abituati.
Ora può permettersi il lusso di dire liberamente ciò che pensa. E pensa - Prodi - che senza l’Euro saremmo un Paese dall’inflazione galoppante, fuori dalla linea guida degli altri Paesi, isolato e alla deriva: “L’Euro per noi è stato il riaggancio ad una economia sana. Non dimentichiamo cos’erano i tassi di interesse: del 15% prima e del 5% dopo”. “Quando promisi che i mutui delle case si sarebbero abbassati al 5% ridevano tutti”, ricorda oggi, ed aggiunge: “Poi ci sono stati gli errori nel passaggio dalla lira all’euro. Errori temporanei ma molto gravi, perché non si è sorvegliato. Il governo successivo al mio non ha sorvegliato sul passaggio, con il doppio prezzo, con il controllo di distribuzione, di negozi, di ristoranti”.
Vogliamo ricordare chi ha governato l’Italia dal 2001 al 2006, subito dopo l’introduzione dell’Euro?
Non è stato forse Berlusconi? Lo stesso personaggio di cui parla Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, il 25 novembre 2007: "A Berlusconi voglio dire che non può usare più questi toni nei confronti dei suoi alleati, le responsabilità sono di tutti, la sconfitta della Cdl sta nel fatto che molte volte invece di problemi generali ci siamo occupati di problemi personali. Ciascuno di noi può aver commesso degli errori, ma le principali responsabilità sono le sue perché troppo spesso ha anteposto i propri interessi privati a quelli generali del Paese”.
Nei suoi precedenti cinque anni di governo ha avuto i pensieri altrove, il nostro Cavaliere; altro che interesse dell’Italia e degli italiani!
Qual è, invece, il bilancio di un anno e mezzo di governo Prodi, dal 2006 agli inizi del 2008?
Nel 2005, in pieno governo Berlusconi, la Commissione Europea apre nei confronti dell’Italia una procedura di infrazione per deficit eccessivo. Nel 2008, al termine del governo Prodi, l’esecutivo europeo approva la proposta del Commissario agli Affari Economici e Monetari secondo la quale in Italia “il deficit è stato portato sotto il tetto del 3% del Pil in maniera credibile e sostenibile”, aprendo le porte all’abrogazione della procedura di infrazione.
Allora io vi domando: chi – fra Berlusconi e Prodi – ha saputo lavorare per il bene dell’Italia?
Tommaso Padoa-Schioppa, nell’ultima intervista da ministro dell’Economia del governo Prodi, ha dichiarato: “Per la prima volta a memoria d’uomo il giudizio di Bruxelles sulla finanza italiana è addirittura migliore del nostro”. Ed ancora: “Lasciamo un aggiustamento strutturale superiore a quello richiesto da Bruxelles, un avanzo primario ricostituito, un debito in diminuzione. Il tempo riconoscerà ancora una volta a Prodi di aver regalato all’Italia il bene raro del buongoverno”.
Nel frattempo, come si è comportato il Cavaliere all’opposizione?
Non ha mai riconosciuto la vittoria di Prodi. Ha continuato a parlare di brogli ed ha sempre delegittimato gli avversari. Ha diffuso nel Paese ansia, paura, nervosismo, mentre le piccole e medie imprese, nonostante il cambio dell’euro troppo alto, conquistavano i mercati mondiali specializzandosi soprattutto nella meccanica, negli alimentari e nel tradizionale Made in Italy. Non ha mai collaborato con il governo in carica ed ha sempre cercato di sfruttare debolezze e divisioni per tenere gli italiani sulle spine e per determinare la caduta del governo in carica. Riuscendo, alla fine, a vincere le elezioni anticipate.
Lo diceva spesso De Gasperi: la differenza tra un uomo politico ed uno statista è che l’uomo politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni. E’ “solo” questa la differenza fra Berlusconi e Prodi.
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